“ANTARTICO”, FRANCISCO COLOANE CI PORTA IN PATAGONIA
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di Nicola Pucci L’energia narrativa di Francisco Coloane ha il pregio di accendere la fantasia. E’ un talento concesso a pochi, quello di trasferire il lettore nella storia che si va raccontando. E’ cileno, Francisco Coloane, dell‘isola di Chiloè, avamposto di quella terra bastarda ma straordinariamente suggestiva che è la Patagonia. “Antartico” (Edizione TEA, 2009), una raccolta di avventure immaginifiche, oscillanti tra realtà e fantasia, che lo scrittore ci lascia in patrimonio. Un tesoro di patrimonio. E lo fa con destrezza di penna che ha pochi eguali, appunto mettendo in moto gli ingranaggi della fantasia, ben disposti all’essere azionati, nel di lui leggendo. Coloane in gioventù fu pastore e baleniere tra queste lande aspre, dove Dio è incerto e il vento scava i volti di uomini forgiati dal lavoro e dalla fatica. E l’esperienza personale, come è naturale che sia, traccia le linee di dieci storie grazie alle quali immagineremo di solcare le acque dello Stretto di Magellano – “La campana di bordo” – alla ricerca di tesori in fondo all’Oceano; impareremo che per trovare ospitalità in qualche remoto ranch – “L’uomo con il cavallo chiamato Patria” – dovremo in precedenza esser accettati dal fiuto dei cani; scopriremo che tra queste terre solitarie si cementano amicizie profonde – “Il lupo di Cabo Domingo” -; coglieremo il senso dell’esistenza nella condanna che accomuna uomo e animale – “Il cormorano” -, l’esser sempre sospesi tra la luce della vita e l’ombra della morte; in “Alfaguara” incontreremo il mammifero che ha stabilito il suo regno negli Oceani, la balena azzurra e le leggende che si tramandano sulle gesta dei suoi impavidi cacciatori. E poi… e poi annuseremo il miracolo nel diario di bordo del mozzo David Bone – “Un veterano di Capo Horn” – che documenta l’incontro del bastimento con un iceberg; “Il fantasma dell’elefante marino” ci condurrà a Valparaiso e nei mari dove i pachidermi marini hanno residenza; ci trasferiremo nel mondo del magnifico, “L’equipaggio del Caleuche“, dove un vascello fantasma naviga per le acque chiloesi con i suoi riti di iniziazione e i suoi nostromi, mezzi uomini e mezzi delfini, che raccolgono naufraghi; ammireremo la dolcezza e l’intensità del dialogo in volo degli “Albatri erranti“; infine Coloane si congederà da noi con “Ritorno in Patagonia“, quella Patagonia che lo ha nutrito e spronato, insegnandogli il cammino essenziale senza che si riproponesse di seguirlo. Eccelso Coloane, aggiungo io in appendice, cantore oceanico, poeta antartico, prosatore patagono. Buona lettura.
“ANTARTICO”, FRANCISCO COLOANE CI PORTA IN PATAGONIA
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